Tradizionalmente l’allevamento del maiale era molto diffuso, secondo forse solo a quello degli animali da cortile, ma prevalentemente destinato all’autoconsumo con una limitata commercializzazione dei salumi.
L’allevamento industriale per la commercializzazione dei prodotti, carni e salumi, ha avuto origine partire nel secolo scorso in concomitanza con lo sviluppo dell’industria casearia. A partire dagli anni Sessanta iniziano a sorge i primi allevamenti di notevoli dimensioni.
Ad oggi, grazie anche alle maggiori conoscenze su questi animali, diverse sono le forme di allevamento che caratterizzano la suinicoltura italiana. Vediamo insieme i diversi modi con cui un allevatore può allevare i suoi suini
L’allevamento dei suini: 4 diversi modi di allevare
L’allevamento intensivo
Nell’allevamento intensivo i maiali vengono allevati in grosse porcilaie suddivisi in gruppi in base all’età, in modo da creare l’ambiente più idoneo a seconda della fase di crescita. Gli attuali sistemi di stabulazione sono in continua evoluzione per migliorare la salute, il benessere e la produttività della mandria. Vengono forniti cibo e acqua e spesso vengono impiegati metodi artificiali per mantenere la salute dei suini e promuoverne la crescita.
L’allevamento biologico
L’allevamento biologico del suino, come tutta l’agricoltura biologica, è regolamentato da normative stringenti, che è necessario rispettare per poter avere la denominazione bio.
Grande attenzione è rivolta all’alimentazione, che deve provenire solo da agricoltura biologica, e al benessere animale. I suini allevati per la filiera biologica, infatti, devono avere più spazio a disposizione in stalla, rispetto agli animali allevati in regina intensivo, ed essere collegati ad un luogo all’aperto dove potersi recare liberamente. Vivono poi su una lettiera di paglia, esattamente come i bovini, una soluzione che diminuisce del 70% la produzione di liquami da smaltire e che riduce l’insorgenza di alcune tecnopatie tipiche dell’allevamento industriale, dovute alla mancanza di stimoli.
L’allevamento all’aperto
In questa tipologia di allevamento gli animali possono pascolare liberamente all’aperto. Risetto a quello in porcilaia, l’allevamento all’aperto prevede l’impiego di ampie superfici di terreno recintate, all’interno delle quali i suini dispongono di zone funzionali predisposte e attrezzate per l’abbeverata, l’alimentazione e il riposo.
I maiali possono essere allevati al pascolo durante tutto il loro ciclo di vita o solo in parte, possono prevedere la fase d’ingrasso e di riproduzione al chiuso all’interno di grandi porcilaie.
L’allevamento a ciclo aperto o chiuso
Gli allevamenti suini possono essere suddivisi in:
- allevamenti a ciclo aperto da riproduzione nel caso hanno in cui hanno come finalità la produzione di suinetti di circa 30/40 kg, in questi allevamenti vengono svolte le fasi di fecondazione delle scrofe da parte dei verri e l’allevamento dei piccoli suinetti;
- allevamenti da ingrasso quando vengono allevati esclusivamente i suinetti dallo svezzamento alla macellazione;
- allevamenti a ciclo chiuso che comprendo tutte le fasi di allevamento del suino, dalla nascita alla macellazione. L’allevamento a ciclo chiuso include sia quello da ingrasso che da riproduzione.
Libri consigliati per approfondire l’allevamento dei maiali: